Giovan Battista Amici
Se stai cercando l'omonimo fisico modenese, vedi Giovan Battista Amici (fisico)Giovan Battista Amici, nato a Cosenza nel 1511, fu insigne astronomo dell'epoca, le cui osservazioni sono una delle fonti per il lavoro di Copernico.
Contemporaneo di Telesio, frequentò lo Studium dei Domenicani, università aperta a tutti e non solo all'ordine dei Padri Predicatori.
A questa prima fase di studio, frutto anche della scuola cosentina di Giano Aulo Parrasio, segue la frequentazione dei corsi presso l'Università di Padova, una delle più prestigiose dell'epoca. Inizia, così, i suoi studi nel campo dell'astronomia, seguendo le orme del conterraneo Gerolamo Tagliavia. Con la guida e l'esempio tracciato da Copernico, fa importanti osservazioni per la comprensione del Sistema Solare, che culminano con la pubblicazione nel 1537 in quel di Venezia del trattato De motibus corporum celesti, che diventa il primo scritto a mettere in discussione il modello tolemaico.
Ad Amici è intitolato il telescopio (ormai usato solo per divulgazione scientifica e didattica) presente presso l'Osservatorio di Arcetri a Firenze.
L'opera si conclude anticipando, per sommi capi, alcuni dati oggetto di una futura pubblicazione e che promettono di essere assolutamente rivoluzionari.
Un anno dopo (1538), Amici viene assalito, derubato ed ucciso mentre cammina tra i vicoli di Padova. Il susseguente processo contro ignoti accerta che a sparire è una borsa contenente alcuni documenti, che forse sono proprio le carte con le rivoluzionarie osservazioni promesse dall'autore, o almeno così sembra credere l'Inquisizione nel processo per eresia che subito dopo istituisce contro lo studioso ormai morto.
Sta di fatto che, appena cinque anni dopo la sua morte, Copernico edita il suo De revolutionibus orbium coelestium.
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